domenica 20 settembre 2015

La prima webserie underground italiana, Incontri a Gli Orci e il cinema infero

Dopo essermi fatto una piccola cultura sulle webserie italiane e averne considerati i pregi e i difetti ma soprattutto le contraddizioni mi sono convinto che per comprendere il loro “perché” si deve andare alle origini, forse ancora prima che fosse in uso la definizione “webserie”.
Ho fatto ricerche su altre keywords venendo a conoscenza di corti amatoriali-underground e specialmente di una strana "serie" attiva dal lontano 1999. Sto parlando di “Incontri agli Orci” (pessimo il titolo!), una serie di cortometraggi da cui in seguito gli autori hanno ricavato un lungo-documentario dal titolo “Il mio cinema infero” (molto meglio!) uploaudata in tempi recenti.

La mia opinione è che in questo “cinema infero” ci siano tutti i presupposti di un'autentica webserie underground. Si parla di quasi vent’anni fa e i mezzi erano assolutamente amatoriali ma già permettevano di esprimere in libertà contenuti inammissibili in televisione perché radicalmente cerebrali, sottocutanei, e critici nei confronti della realtà media. Le atmosfere horror di questi cortometraggi scaturiscono dal confronto con un inconscio-doppione dei personaggi che in ogni puntata prende vita, districandosi dalle paranoie dei dialoghi e creando un feedback narrativo secondo uno schema che si ripete. La bassa definizione (attenzione, in certi punti è davvero pesante, quasi impossibile da tollerare) crea un alone amatoriale ma anche tipicamente horror che ricorda soprattutto TBWP anche se qui il linguaggio è abbastanza normale se così si può dire…

La grande differenza dalle più recenti serie horror-commedy-amatoriali sta forse nel fatto che questi video sono messi in serie da un manifesto programmatico più che da una storia che continua di puntata in puntata. All’alba di questo millennio gli autori promisero di girare tutti i corti nella stessa casa (una villa che si chiama Orci) e esclusivamente di notte (salvo i prologhi, recita la voce all’inizio). Tra le altre regole: in tutte le storie uno dei personaggi dovrà condurre gli altri in un gioco o un racconto che possa aprire una situazione parallela e da qui la nascita del doppione.
Nella serie i protagonisti sono tutti ragazzi che abitano nella villa, ognuno ha la sua camera, alcuni personaggi si ripetono ma ogni volta sembrano ricominciare dall’inizio. Ci sono davvero tante, tante parole…dialoghi a volte molto lunghi che si gonfiano intorno a problemi bizzarri e un po' ironici. La recitazione tende al "finto", a volte sembra si tratti proprio di una scelta ma spesso lascia obbiettivamente a desiderare. Alcuni personaggi sono sostanzialmente insopportabili…. e certe scene sembrano fatte per allontanare lo spettatore come se si volesse fare selezione...
Alla fine non ci sono i nomi degli attori, solo del regista Lorenzo Pecchioni che sembra si sia occupato soprattutto di videoarte con il progetto "Video & archeos".

Impossibile vedere gli episodi in serie, ma solo questa sintesi che incollo che comunque dura ben più di un’ora. Gli episodi da quello che ho capito sono circa una dozzina, dove sono finiti? Su youtube c’è solo qualche frammento e solo il IX è completo.

Anche se ci sono molti limiti tecnici e artistici chi ha pensato questa serie mostra una consapevolezza che è diventata rara e credo che i moderni registi di webserie dovrebbero studiarsi una serie come questa, stando attenti alle differenze tra un “horror” che vuole realmente andare a fondo nonostante tutto e tutti (e forse anche se stesso), e un horror “di posa” che procede sulla convenienza mondana e i narcisismi dei singoli.
Ho trovato tracce di rudimentali upload in una vecchia pagina nel sito della casa di produzione che mi hanno mandato in tilt il Mozilla… vent’anni fa non era così semplice farsi conoscere vedere su web ma di fatto questi Incontri agli Orci possono essere considerati la serie antesignana delle webserie italiane!
Cari registi del 4k, attaccate il computer al tv (meglio se avete un vecchio catodico) e vedetevi questa serie veramente “infera”. 



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