giovedì 10 settembre 2015

Freaks! e le sue sorelle - genesi delle web series underground italiane


In un recente commento su un noto sito di comunicati stampa qualcuno si è lamentato che nelle top ten delle web series italiane appaiano solo produzioni ad alto budget, contravvenendo alla natura spontanea - indipendente - dilettantistica di questo genere (se si può parlare di un genere).
E’ condivisibile l’idea che le web series siano recenti manifestazioni di una possibilità creativa che è scaturita dalla diffusione della tecnologia cine-video amatoriale, inizialmente in bassa definizione e poi migliorata com'è migliorata di pari passo la cultura cinematografica dei dilettanti e la capacità di emulare le grandi produzioni, a discapito spesso di una primigenia capacità sovversiva - innovativa.

Quindi trovo giusto che per riconoscere se stesso questo presunto “genere” rispetti e rispecchi un’estetica grumosa - fluida - amatoriale - introspettiva - bizzarra e come da tradizione, vagamente “horror”. Ma non si può condannare certe series solo perché si sono evolute e migliorate, diventando dei prodotti professionali e qualche volta remunerativi. Distinguerei così tra quelle che hanno avuto una genesi dilettantistica per poi evolversi in senso televisivo, e quelle che sono nate da subito da un progetto di marketing, escludendo le seconde dalla mia indagine. Perché in questo blog o ciò che ne rimane, il clima deve restare “underground”.

La famosa serie italiana Freaks! ad esempio, prima di approdare in televisione ha avuto una stagione iniziale prodotta con un budget limitato e con situazioni tipicamente horror. È proprio questa la serie che mi ha incuriosito ad approfondire l’argomento e che pur comparendo nelle top ten si distingue da produzioni dichiaratamente broadcast (esiste ancora questo concetto?) come Milano Underground o Geekers o l’impeccabile Soma.
Consiglio di provare almeno la prima puntata della prima serie, pubblicata l’8 aprile 2011, in cui si mostra cosa è possibile fare con attori non eccelsi ma molto concentrati, impegnatissimi pur senza retribuzione. E come si può creare un clima teso e tagliente (per il pathos ma anche per l’ironia di fondo) con un po’ di trucco e mezzi minimi.
La mia indagine, se mai avrà seguito (viviamo nel tempo dell’incostanza e dell’apatia) dovrà andare oltre e scavare più a fondo nelle origini del fenomeno web series.


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